Non è un Paese per Giovani! – Severgnini per Corriere della sera

Non è un Paese per giovani
21 maggio – Il Corriere della Sera

Beppe Severgnini

Appunti da Noemilandia. Le autorità competenti hanno deciso di vietare un vocabolo, giudicato volgare e potenzialmente offensivo. Il vocabolo è: futuro. Poco male: tanto non ne parla più nessuno. La nostra passione è bisticciare sul passato (1) e crogiolarci nel presente (2).

Esempio (1). Litighiamo sul caso Mills, i fatti risalgono al 1997. Il Capo è coperto dal lodo Alfano e dalla prescrizione, ormai candeggina ufficiale delle magagne nazionali. Val la pena discuterne? Nessuno cambierà idea, né voto (pochissimi scelgono per motivi morali, quasi tutti decidono in base all’interesse e all’antipatia per gli avversari). Un consiglio, se proprio volete occuparvi della questione: ignorate i pareri di chi è finanziato/candidato da colui che vuol difendere.

Esempio (2): il nuovo libro “Una serata perfetta — Guida pratica ai piaceri del bere, del bar e dei bagordi”. Autore, David Bramwell. Dal comunicato stampa: “ Vengono esaminati briosamente i diversi tipi di alcolici (birra, vodka, whisky, assenzio, vino); poi compaiono un campionario di barzellette (del tipo ‘un tizio entra in un bar e…’) e un prontuario di frasi brillanti per ‘agganciare’ o ‘sganciarsi’ con un drink “. Mica vogliamo fare i moralisti: a tutti piace uscire in compagnia e bere qualcosa. Ma guardatevi intorno: per molti l’aperitivo non è la chiusura, ma l’obiettivo della giornata. È una narcosi spiegabile, ma pericolosa. Non sono i tempi duri, quelli che fregano le nazioni, ma gli uomini molli.

Mercoledì sono stato invitato dagli studenti in Bocconi. Liberatevi dagli stereotipi: molti vengono dall’Italia del Sud, non sono figli di papà, studiano a Milano (e scapperanno in America). Con me, tra gli altri, Vincenzo Galasso, autore con Tito Boeri di “Contro i giovani. Come l’Italia sta tradendo le nuove generazioni”. Un libretto ironico, se non fosse tragico. Spiega come, su ogni giovane italiano, gravano 80 mila euro di debito pubblico e 250 mila euro di debito previdenziale (ragazzi, chiedete subito un anticipo in famiglia!). S’indigna per l’incapacità di uscire dalla trappola contratto a tempo indeterminato/contratto a termine (inamovibile/indifeso). L’Italia — conclude Galasso, parafrasando un film — “non è un Paese per giovani”. A proposito: sapevate che sette delle dieci città più anziane d’Europa sono nostre?

Ecco perché la parola “futuro” verrà vietata, prima o poi: è inquietante. Costringe a pensare avanti, a quello che dovremmo costruire, pur sapendo di non poterlo godere. Nino Andreatta, citato da Enrico Letta nel suo libro “Costruire una cattedrale”, raccontava d’essere ammirato dalla fatica ingrata degli scalpellini medioevali, “i quali mettevano la stessa dedizione nella facciata e negli interstizi più nascosti, che solo i piccioni erano in grado di apprezzare”. Spiriti scomparsi. Oggi “soddisfazione intima “ è un paio di mutandine col pizzo.

 

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