Assemblea nazionale di mobilitazione universitaria -Firenze-

RIASSUNTO schematico del 1°INCONTRO NAZIONALE DELLA
MOBILITAZIONE UNIVERSITARIA

  • ·        
    Apre l’assemblea il portavoce
    dell’organizzazione fiorentina ospitante
    ,dapprima ringraziando per l
    adesione pressoché trasversale da nord a sud, poi esplicando le modalità con
    cui si sarebbe svolta la giornata:interventi a microfono aperto.

Comunica, prima
di iniziare i lavori, l’ assenza della Sapienza nonostante la presenza di
alcuni romani giustificandola secondo le parole stesse dell’ università assente
:non capiamo di cosa si discuterà, non abbiamo avuto i tempi per partecipare .

 

  • ·        
    In un quadro
    generale
    si sono visti susseguirsi 54 interventi da circa 5 minuti l’uno ,per
    la maggior parte si sono rivelati demagogici e ripetitivi,molti sono stati
    esaurienti a livello informativo rispetto alla realtà locale di ciascuno ,3
    sono stati un invito alla concretizzazione dei lavori.

 Elenco
di seguito i più significativi o i più diversificati
:

-Firenze:descrive
la situazione del plesso in cui si sta tenendo l’ assemblea sotto occupazione
da 20 giorni ,descrive il movimento fiorentino come apartitico e
antifascista,ribadisce il no alla legge 133 e riconferma come date fondamentali
le due seguenti alla manifestazione romana ovvero il 15 e 16 novembre

-Sc.Formazione,
Firenze:attua un analisi critico-politica trasversale della politica degli
ultimi 10 anni causa e origine anche dei problemi universitari ,si concentra
poi sulla figura deleteria del maestro unico vista come una abituazione forzata
 del bambino a vedere un pensiero
unico,chiede il ritiro immediato non solo della 133 ma anche della 169 e
sottolinea l’ importanza di ripensare il modello attuale del mercato del lavoro

-Giurisprudenza,
Bologna:”noi la crisi non la paghiamo”esordisce il portavoce di Bologna
avanzando nella pratica l’ auspicio per il movimento di volgere  all’autoriforma

-Palermo
:riporta il dato inaspettato di 30.000 persone portate in corteo il 20 ottobre
scorso ,evidenzia la partecipativa e strutturata mobilitazione di Palermo che
continua a mietere successi e si rallegra di poter in una riunione utilizzare
senza paura la parola compagni ,auspica infine l’ allargamento  ai lavoratori della piattaforma critica
all’intero sistema politico che ha promosso questa grave crisi dell’istruzione
e non solo .

-Collettivo di Milano:contrario
al numero chiuso ,conscio dell’ esperienza delle mobilitazioni nell’ epoca
Moratti, definisce questa battaglia incompatibile con l’ idea bipartisan
ricordando come a piazza Navona qualcuno le ha date e qualcuno le ha prese
prese

-Firenze:descrivono
l’idea sensibilizzante di lanciare una campagna in stile “contro la guerra 2003”
in cui si faccia appendere fuori  dai
balconi un “volantiscione”recante la condanna alla 133 e alla riforma Gelmini

-Pisa :preme
sulla piattaforma allargata vedendo nella data del 12 dicembre un possibile
momento per uno sciopero generalizzato

-Rete Scuola Genitore:lancia
l’ appuntamento di Rete Scuola, esteso a tutto il mondo dell’ istruzione,
università compresa ,per attuare lezioni in piazza parallele il 22 novembre

-Pisa:definisce
assurdo il non poter applicare il proprio diritto al dissenso sancito dalla
costituzione

raggiungendo Roma
con mezzi gratuiti

-Ferrara:illustra
una situazione in cui si vuole tenacemente vincere e si cerca la massima
efficienza per questo ,lancia poi la necessità  di coordinarsi scambiandosi i contatti e
sottolineando l’ importanza di verificarne l’ attendibilità per non incappare
nel problema di comunicare e ricevere informazioni errate in quanto non
rappresentative della situazione di un dato luogo

-Ingegneria, Firenze:vuole
che si ritorni, dopo l’ esperienza dell’occupazione del plesso fiorentino,a
ridisegnare le forme di ricerca di consensi in quanto alla luce dei fatti negli
ultimi cortei la composizione dei partecipanti era negativamente differente
dagli scorsi appuntamenti ,per la maggior parte si trattava degli occupanti
stessi(si sono persi quindi gli aderenti normali).

 

  • ·        
    3 interventi pragmatici chiedevano
    esplicitamente la condivisione dei
    contatti
    ,la creazione di una rete
    nazionale
    partecipativa e la creazione di un documento/manifesto sottoscritto dall’ assemblea[che allegherò non
    appena lo invieranno computerizzato da Firenze]
  • ·        
    Abbiamo partecipato da Padova in 7, io(Clod-Psicologia) e Gian(Sci.pol.) dalla
    mobilitazione e abbiamo incontrato in luogo Lucia(Studenti Per)insieme ad altri
    4 (sempre Studenti Per e mobilitazione lettere);attivamente in termini di
    interventi abbiamo parlato esclusivamente io e Lucia :

-lei a titolo
personale -ringraziando l’ invito fiorentino ,dando un’ analisi nazionale precisa
e dovendosi limitare sfortunatamente a poco altro a causa dei tempi ristretti

-io come
semplice strumento comunicativo della mobilitazione padovana (da Psicologia e
dopo il benestare del coordinamento con presenti Lettere,Scienze ,Scienze
politiche e Veterinaria)-riporto indicativamente il breve discorso
effettuato<<parlo come semplice strumento della mobilitazione padovana
che pur con tutte le sue difficoltà si prospetta forte e unita,il nostro è un
movimento unitario e partecipativo che viene dalle assemblee delle facoltà,un
movimento di coagulazione delle divisioni preservante delle identità ma coeso e
forte. Nasce spontaneamente ma si delinea organizzativamente dopo il blocco
didattico e assemblea di tutte le facoltà (in ognuna)del giorno 23 ottobre
,momenti collettivi comprendenti ata,presidi,docenti,dottorandi e studenti. Diamo
volere sovrano alla collegialità e all’ auto rappresentatività seppur
ragionativamente accettando senza ingerenze l’ appoggio tecnico di chi affine
ce lo fornisce. Molte facoltà si suddividono il lavoro in gruppi es. blog,volantini,stampa,
ecc…, la comunicazione passa attraverso un gruppo relazioni di ogni facoltà e
si fonde in un interfacoltà che si presuppone funzioni da strumento interattivo
con gli altri atenei. Comunico il sito www.padovainmovimento.org  e l’ e mail che sarà consegnata come
canale a tutte le facoltà per il contatto interateneo mobilitazione.padova@gmail.com
.

Leggiamo l’
attuale realtà espressa nello specchietto per le allodole lanciato dal ministro
Gelmini come un tentativo di distensione delle tensioni volto a rompere il
fronte,non disdegniamo però l’ utilità di sfruttare il binomio motivazionale da
un lato e resistente dall’ altro rappresentato dall’ odierna situazione
sintetizzabile in una frase “STIAMO VINCENDO NON FERMIAMOCI ORA” che
personalmente intendo appendere nella mia facoltà per le ragioni pocanzi
espresse>>

 

  • ·        
    Nel
    complesso
    l’incontro ,attraverso aggettivi ,è stato:

-generico

-informativo

-autoreferenziale

-poco produttivo

-prospettico

-ancora ai
primordi in termini di organizzazione

-mediamente e a
maggioranza propositivo

-UN INIZIO né
più né  meno…

 

  • ·        
    Considerazioni personali finali(da partecipante
    attivo)CLOD:credo possiamo realmente essere, insieme ad altre realtà, la spinta
    per unirci e rafforzarci attraverso un’ efficienza costruita con la fatica e la
    determinazione, ricchi e fieri della consapevolezza che ora ,arrendersi
    ,significherebbe perdere la chance di cambiare 
    e migliorare le stato di cose attuale.

Nella pratica ,a
maggior ragione dopo questo incontro è evidente che ci stiamo muovendo nella
direzione giusta mantenendo la partecipazione e mobilitando il
consenso,rispettando e imponendo di dar voce ai più per quanto possibile.

 

  • ·        
    Considerazioni personali finali di
    GIAN-scipol-(da partecipante attivo): Il coordinamento nazionale del 8 novembre
    2008 a Firenze si può, a mio giudizio, definire come un primo passo verso
    quello che potrebbe portare la classe intellettuale italiana ad avere un ruolo
    primario e storico nella vita politica del paese. In trecento, da più di venti
    atenei italiani, ci siamo riuniti nel tentativo di concretizzare un abbozzo di
    un primo coordinamento dell’Onda a livello nazionale. Purtroppo questo
    tentativo è risultato fallimentare da quest’ultimo punto di vista.
    Indubbiamente però, bisognerà continuare a lavorare con fervore affinché ciò
    avvenga. Abbiamo appurato che già a partire dalla nostra realtà un
    coordinamento di un singolo ateneo risulta essere di difficile realizzazione;
    tentativo del quale oggi possiamo parlare in positivo. Nonostante le difficoltà
    di percorso, delle quali tutti sappiamo, siamo arrivati ad essere un corpo
    unico. Abbiamo ottenuto risultati con lo sforzo e la fatica, talvolta
    sbagliando clamorosamente. Siamo giovani ed è giusto che si sbagli. Siamo
    universitari ed è giusto che da tutto questo impariamo qualcosa: gli errori
    servono nella misura in cui il nostro impegno va portato avanti con solerzia ed
    intelligenza. Ed è per questo che ora è più che mai necessario che tutto ciò su
    cui abbiamo lavorato serva d’insegnamento prospettico verso l’obiettivo finale;
    non dobbiamo arrenderci. A Roma potrebbe succedere ciò che non deve succedere e
    cioè sentire e parlare di realtà delle quali tutti siamo già a conoscenza e
    delle quali è inutile continuare a discutere in sede d’assemblea. Dobbiamo
    arrivare a Roma con idee chiare, precise e sintetiche. Dobbiamo portare un
    messaggio che sia accrescitivo e concreto, non semplicemente informativo come è
    stato a Firenze. Dobbiamo ritrovare in noi stessi e in tutti gli studenti di
    Padova e d’Italia la fiducia e l’idealismo che ci fa sognare un futuro migliore
    e la vittoria della nostra lotta non violenta. Siamo già Storia, cerchiamo di
    diventare importanti.

 

-clod-
coordinamento relazioni psicologia

 

 

 

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2 Responses to Assemblea nazionale di mobilitazione universitaria -Firenze-

  1. internazionale says:

    No hay banda: il poeta come sciamano e come magnetofono
    In tempi (sciagurosi) di slam poetry e di reading, di Dante declamato in piazza e di performance letterario-musicali baroccheggianti o bariccheggianti, di rap sanguinetiani e arbasiniani, l’imperativo sembra essere ben questo: affrancare la poesia, tenuta per cinque secoli sotto sequestro – nonché, letteralmente, sotto torchio – dagli scherani di Gutenberg, così da ricondurla alla sua prima radice orale, aurale, musicale, agonistica, retorica e via dicendo.

    Ebbene, in tempi (nefasti) come questi, mi capita di tornare con simpatia a quei poeti che mal tolleravano la vita dei loro versi al di fuori della pagina stampata, che guardavano con sospettoso cipiglio da istitutori il loro svergognato propagarsi nello spazio extra-cartaceo come onde sonore, e che in ultimo ritenevano vi fosse un solo modo corretto di accostarsi alla poesia: quella che, da Sant’Ambrogio in poi, in occidente conosciamo come lettura silenziosa.

  2. Vanni says:

    Grazie per il resoconto.

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