È
finito il G8 University Summit,
quello dei rettori, che ha prodotto il suo documento
finale.
Anche
questo, come il precedente degli studenti, appare un po’ poco
incisivo ad eccezione di alcune parti. La sensazione è che si scopra
l’acqua calda in ritardo perchè, l’attenzione ad uno sviluppo
sotenibile, esiste già nella coscienza di molti studenti e
ricercatori che però non riescono ad accedere ai meccanismi di decisione per
imprimere un cambiamento; la sensazione è che si voglia far entrare
nel nuovo business anche le università, che, stavolta, in virtù
della specifica produzione di sapere tecnico e tecnologico, non
vogliono essere tagliate fuori da questo processo.
Si
sarebbe dovuto spendere qualche parola in più riguardo ai mutamenti
culturali che devono necessariamente accompagnare lo sviluppo di
tecnologie ecosostenibili; si sarebbe dovuto spendere qualche parola
in più sul fatto che le coscinenze individuali , attraverso una
nuova sensibilità e un nuovo modo di guardare il mondo si dovrebbero
educare al pensiero di collettività partecipata e ad un’interdipendenza su
scala globale; si sarebbe potuto spendere qualche parola in più sul
fatto che qualsiasi affermazione di ecosostenibilità e di etica non
può essere scissa da una riflessione sui nostri modelli di sviluppo
sociale; si sarebbe dovuta affermare l’indipendenza economica e
intellettuale della didattica e della ricerca universitaria; si
sarebbe infine dovuto spendere qualche parola in più sul come
rendere politicamente vincolanti i tre concetti di sviluppo
sostenibile, etica economica ed educazione.
Un
ottimo punto a noi caro si riferisce al governo del cambiamento che
dovrà essere sempre più democratico e partecipato a partire dal
pieno coinvolgimento degli studenti nell’elaborazione delle politiche
universitarie: se si mettesse in atto subito questa proprosta, si presenterebbero nuovi margini di cambiamento restituendo valore e legittimità a chi non chiede altro che partecipare alla propria autodeterminazione generazionale.
In
conclusione si sarebbe sicuramente potuto costruire qualcosa di più
organico e approfondito per non disperdere dei buoni principi e lasciarli sospesi a
mezz’aria!
Giorgio – PsicoPadova