Il premier e la sindrome dell’”anatra zoppa”: disegno contro di me
venerdì 22 maggio 2009 – Il Corriere della Sera
Francesco Verderami
Il sorriso negli ultimi tempi Berlusconi lo indossa solo nelle occasioni pubbliche, e anche in quei casi la maschera a volte cede. D’altronde non è facile celare l’inquietudine per chi si sente “vittima di un disegno costruito a tavolino “ che ha l’obiettivo di indebolirlo, fiaccarlo e infine isolarlo, per trasformarlo in un’anatra zoppa, in un leader cioè senza più leadership, in un premier senza più potere, in attesa di essere sostituito. È un’ossessione che non lo lascia più, anzi che è proprio il Cavaliere ad ali-mentare giorno dopo giorno, andando alla ricerca di riscontri che convalidino la tesi.
Perché è vero che nel Palazzo e nelle urne non c’è al momento la possibilità di scalfire la sua forza: non ci sono i numeri in Parlamento per un ribaltone, nè c’è un’opposizione in grado di rimontarlo nei consensi, “e siccome non riescono a colpirmi politicamente, stanno tentando altre strade”. Il punto è che il suo tallone è ben in mostra, le vicissitudini personali hanno allargato l’area del bersaglio. Lo descrivono “assai irrequieto e angosciato”, convinto com’è che “siamo solo ai preliminari “: il colpo semmai — ecco il motivo del suo stato d’animo — lo attende dopo le elezioni, a ridosso del G8.
In questa sindrome che lo attanaglia, Berlusconi intravede una sinistra coincidenza a sostegno delle sue congetture: nel ’94, al vertice di Napoli, fu l’avviso di garanzia del pool di Mani Pulite a destabilizzarlo; stavolta — siccome nemmeno il caso Mills sembra produrre quegli effetti — teme ci proveranno “con la spazzatura”. Se accadesse, sarebbe un terremoto. Raccontano che finora il premier non sarebbe riuscito a capire da dove stia arrivando l’attacco: scartata l’ipotesi dell’opposizione e dei giornali, “terminali “ a suo dire del disegno, lascia aperta la pista della magistratura, della finanza italiana e persino di lobby internazionali.
Ancora ieri — dopo l’ennesima offensiva contro il “Parlamento pletorico” e le “toghe rosse” — ha confidato di non aver paura di manovre di Palazzo: “Il problema non sono Fini o Casini, figurarsi, ma certi poteri. Non vorrei stessero di nuovo pensando a mettersi in proprio”. Non è un caso se nei giorni scorsi Gianni Letta si è mosso con riservatezza e cautela nei panni dell’ambasciatore: ha avuto colloqui con Carlo De Benedetti, editore del gruppo Repubblica-L’Espresso, e con importanti banchieri. E non è un caso se ieri a Confindustria si è avvertito il gelo del premier con pezzi del gotha imprenditoriale, se De Benedetti ha stretto le mani di (quasi) tutti i ministri senza mai incrociare il Cavaliere.
Difficile capire se Letta coltivi la stessa sindrome, di certo è preoccupato, perché convinto che “la campagna di aggressione “, unita alla campagna mediatica, non si arresterà. Di più. Teme che stavolta non sarà come ai tempi del “caso Saccà”, quando da un’inchiesta della Procura di Napoli emersero le intercettazioni tra il dirigente Rai e il premier su alcune attrici. “Stavolta il tentativo per colpire Berlusconi sarebbe stato perfezionato, costruito meglio”, sussurra un autorevole ministro. E non è facile spiegare al Cavaliere che non può andare in pizzeria come uno qualunque o mostrarsi disponibile con chiunque. Nei giorni in cui tutto ebbe inizio, Berlusconi urlò ad alcuni suoi consiglieri: “Non sono tenuto a dirvi sempre dove vado e cosa faccio. Non faccio nulla di male nella mia vita”.
Ma è proprio lì che l’opposizione si prepara a mirare. Finora il Pd ha tenuto separato lo scontro politico dalle faccende private del premier, ma ora i Democratici stanno raccogliendo le firme alla Camera per un’interpellanza urgente al Cavaliere, perché risponda “direttamente “ ad alcune domande: “Quando e come ha conosciuto Benedetto Letizia”? “Qual è la natura dei rapporti con lui”? “Conosce le copiose proprietà immobi-liari della famiglia Letizia”? “Qual è la natura dei rapporti con Noemi che conosce da quando era minorenne”? “Dopo quanto affermato da Veronica Lario, ci sono altre minorenni che incontra o ‘alleva’ “? E “quali sono le sue condizioni di salute”. Tutto ciò — è scritto nel testo — per fare “chiarezza” su una vicenda che “rischia di danneggiare l’Italia e le sue Istituzioni a livello internazionale “, anche perché siamo “alla vigilia del G8”…