In un paese non addormentato e ipnotizzato da anni di
filippiche mediasettane (leggasi programmi prodotti da mediaset con
scimmie urlatrici, condotte da Maria de Filippi che hanno completamente
ri-uniformato la foma mentis di uno stato, conducendo per mano il
livello culturale medio sotto
le scarpe per finire in un fosso), il cittadino non si sarebbe fatto
imbambolare dalla a dir poco imbarazzante puntata di Porta a Porta al
salotto del cortigiano Bruno Vespa dal titolo "adesso parlo io"
(???!!!!)!
Non si può non considerare
innanzitutto che Berlusconi parli più o meno sempre su quasi tutte le
televisioni e su quasi tutti i giornali facendo dire e scrivere
esattamente quello che vuole lui. Di fatto sono poche le testate
giornalistiche ancora – almeno sulla carta – indipendenti dalle
ingerenze del Premier.
Fino a ieri sera il
Cavalier sosteneva che era stata data in pasto ai giornali e alla
stampa di sinistra – artefice evidentemente di questo complotto…
– Una vicenda dolorosamente privata. Sorge qunatomeno spontaneo
chiedersi come mai abbia deciso di continuare ad alimentare questo
sbandieramento del privato nel pubblico.
La risposta più semplicistica è che il privato non deve essere in nessun modo reso pubblico quando questo non volge a Suo favore, è invece accettabile nel caso possa essere rigirato a punto di forza.
Al
di là di qualsiasi particolare gossipparo da questa vicenda emergono
tantissime strategie psico-comunicative che Berlusconi utilizza
ripetutamente per raccontare le più svariate realtà ai cittadini,
sostituiti in un popolo, dal popolo in pubblico,
dal pubblico in plebe (Adriano Sofri). Di fronte alle più spudorate
manipolazioni dei fatti, la parola coerenza viene "cancellata con il
bianchetto" dal vocabolario per lasciare il posto ad un incoerenza
talmente estesa da far apparire reale tutto e il contrario di tutto.
Spiegando
meglio: il nostro Premier dopo questa vicenda dai risvolti più o meno
dubbi può ancora legittimamente dichiararsi onorevole rappresentante
della fascia di elettorato cattolico (leggasi di coloro che almeno si
sforzano di incarnare un minimo i valori cristiani in cui credono); può
ancora permettersi di considerare così bassa l’autonomia intellettuale
della moglie manipolata – e delle donne in generale considerando il
pingue repertorio di battutacce sul genere femminile pronto per
qualsiasi occasione – ed essere rappresentante della fascia di
elettorato femminile, grazie anche a Gelmini, Brambilla & co; può
dichiararsi un fiero liberale, Primo ministro di una Repubblica
Democratica, sparare a zero su quei pochi organi di informazione che
sono ancora apparentemente liberi dalla sua ingerenza, presentarsi nel
salotto Privato di Porta a Porta per recitare ad arte il suo monologo
(mentre continua a passare in sordina che siamo ufficialmente un paese
con informazione semi libera!) ed essere rappresentate di tutti coloro
che si chiamano liberali!
Il Premier non
può non vincere, è più forte di lui ed è proprio questa la
caratteristica più pericolosa in una persona al potere, assuefatta dal
culto della sua stessa persona.
Rassegna stampa:
Se Veronica diventa preda – Adriano Sofri, La Repubblica
Il contrattacco per trasformare la crisi in successo – Corriere della Sera
Cuorn’ e bicuorn’ – Vittorio Zucconi, Blog
Dalla democrazia alla "mignottocrazia". Veronica Lario non ci sta e divorzia – Roberto Calabrò, Blog
Sbatti Veronica Lario in prima pagina. Giornalismo spinto troppo oltre?
Quel limite che terrorizza Berlusconi